Alla guida del Cittadella fresco finalista dei playoff di B c’è il direttore generale Stefano Marchetti, che nel 2015 era in pole per sostituire Giuntoli a Carpi

È un vero e proprio capolavoro quello con cui il Cittadella ha eliminato ieri sera il Benevento nella semifinale dei playoff di Serie B. Il 3-0 colto in Campania dopo la sconfitta per 2-1 dell’andata lancia sotto i riflettori la società veneta, che in tanti in questi anni hanno accostato al Carpi per il modo di fare calcio. Non solo per gli ottimi rapporti fra le due proprietà, quella veneta guidata dalla famiglia Gabrielli e quella biancorossa dal patron Stefano Bonacini, ma anche per la capacità di lanciare giocatori sconosciuti e mantenere i conti in attivo pur lottando sempre per obiettivi prestigiosi. La mente di questo Cittadella, che ora attende una fra Verona e Pescara per giocarsi una storica Serie A, è il direttore generale Stefano Marchetti, da oltre 15 anni uomo mercato del club padovano. E proprio Marchetti sembrava l’uomo giusto per sostituire a Carpi nel 2015 il partente Cristiano Giuntoli. Bonacini lo incontrò, assieme a Giancarlo Romairone e Sean Sogliano, nelle settimane seguenti all’addio da Giuntoli. Il Cittadella era appena retrocesso in C e Marchetti sembrava potesse lasciare dopo tanti anni la sua creatura. Alla fine però Bonacini puntò sull’esperienza di Sogliano, l’unico dei tre che la A l‘aveva già affrontata, una scelta poi rivelatasi fallimentare. Marchetti rimase in Veneto, dove seppe ricostruire un ciclo. Il Cittadella vinse subito il campionato di C e poi nelle ultime 3 stagioni ha sempre centrato i playoff di B. Due anni fa fu il Carpi a farlo fuori nel primo turno, l’anno scorso si arrese al Bari, ora dopo aver già fatto fuori lo Spezia in trasferta, sogna di imitare il Carpi e regalarsi la A.