Uno stop all’iter verso le autonomie differenziate è arrivato ieri sera in Consiglio dei Ministri. Molti dubbi sono stai sollevati sulla costituzionalità delle bozze presentate, non solo dal Movimento Cinque Stelle, ma anche dal Ministero dell’Economia

Il Ministero dell’Economia e il Movimento Cinque Stelle bloccano le autonomie differenziate di Emilia Romagna, Veneto e Lombardia. In meno di un’ora le bozze portate in consiglio dei Ministri ieri sera sono state bocciate e dovranno essere riviste. A fare da traino, il timore che le maggiori autonomie date a tre regioni del Nord possano danneggiare quelle più povere del Sud, dove i pentastellati hanno il bacino di elettori più ampio. Un intero dossier consegnato dal Movimento ai gruppi parlamentari sottolinea i dubbi riguardo la costituzionalità di queste autonomie. “È fondamentale – si legge in un passaggio – che tutti gli equilibri previsti dalla Costituzione siano rispettati. Guai alla creazione di un contesto in cui ci sono cittadini di serie A e cittadini di serie B”. una posizione che non trova d’accordo d’accordo il Consigliere Regionale di Forza Italia Andrea Galli. Obiezioni arrivano anche dal Mef, che ha sottolineato come sia necessario, per evitare una disgregazione del sistema Paese, assicurare “l’invarianza finanziaria nel trasferimento di funzioni alle regioni interessate per i bilanci statali e per i saldi di finanza pubblica”. Che significa fare bene i conti prima di firmare un accordo, per scongiurare un vantaggio indebito alle tre regioni, dato che le autonomie differenziate consentirebbero loro di ottenere maggiori entrate. Il Mef ha sostenuto che la tassa sull’auto, l’Irap e l’addizionale Irpef, che le Regioni chiedono di incassare direttamente, sono tributi erariali e quindi “di competenza statale esclusiva”. Ora spetta al Premier Giuseppe Conte rivedere le bozze con un disegno di legge che tenga conto di queste obiezioni.

Nel servizio l’intervista ad Andrea Galli, Consigliere Regionale di Forza Italia