Con il pensiero alla tragedia di Genova e ai giorni di dicembre in cui la chiesa fu danneggiata dal maltempo, è iniziata ieri sera la tre giorni di sagra di Gaiato. Un esempio di come il lavoro dei volontari possa superare le avversità

A Gaiato di Pavullo ogni anno, nel fine settimana successivo al ferragosto, si celebranno e si venerano o messa e nella processione della domenica i Santi Pietro e Paolo e la Madonna del Porto, che la leggenda vuole con la sua effige sopravvissuta al crollo della chiesa. Ed è qui che ieri sera, tra cene con prodotti tipici sulle terrazze panoramiche vista Cimone, musica e il piacere di ritrovarsi insieme con un bicchere di vino, è iniziata la sagra che proseguirà fino a domenica sera. Una festa possibile grazie al lavoro dei volontari che per quest’anno segna anche un traguardo che pareva impossibile a causa dei danni che nel dicembre scorso un’anomala ondata di maltempo con  paurose raffiche di vento, spazzò via metà tetto della chiesa e danneggiando il campanile. Ripristinare tutto per la sagra sembrava impossibile e invece grazie ai volontari e all’impegno dei Don Roberto si è verificato. La chiesa affacciata sulla valle dello scoltenna con vista Cimone, è tornata ad essere il fulcro della comunità e della festa e delle preghiera. Nella prima serata grande affluenza di pubblico, anche grazie a due concerti. Prima in chiesa nell’ambito della rassegna armoniosamente e poi sul palco allestito per serate di ballo, con i ragazzi del progetto music factory di Pavullo, divisi in 5 gruppi musicali, e capitanato da Paolo Gianoli. Poi a tavola, il profilo del Cimone taglia il cielo con la sua imponenza. Nei piatti, grigliate, crescentine, borlenghi e gnocco fritto.