La parte più estesa dell’area compresa dal piano periferie nell’ex mercato bestiame non è ancora oggetto di alcun progetto di riqualificazione. Nel frattempo il degrado avanza, sia nella parte pubblica che in quella privata

La transenna che delimita l’area dell’ex mercato bestiame con il resto del quartiere, abbandonata da 15 anni e che ora dovrebbe essere oggetto del piano di riqualificazione inserito nel progetto periferie, è divelta in molti punti. Trasformata in un colabrodo. Da avventori di ogni tipo che nella vegetazione estiva e nell’area abbandonata trovano rifugio di fortuna o luoghi protetti alla vista in cui spacciare e consumare droga. Troppo spesso, come questa mattina, c’è chi decide di farlo senza discrezione bivaccando a pochi metri dal marciapiede. L’area all’interno è un disastro. Siamo nella zona abbandonata al degrado da più di dieci anni, da quando le grandi coop di costruzioni che dovevano riqualificarla ed edificarla l’hanno abbandonata e che oggi dovrebbe essere riqualificata dal Piano Periferie. Ma qui, nessun progetto ufficiale sembra essere previsto, nemmeno quello della demolizione di ciò che rimane di una parte del rotore, uno scheletro di cemento e ferro privato lasciato a marcire da dodici anni e sul quale l’amministrazione comunale, interpellata più volte sull’argomento, sembra essere ad un punto fermo. Qui la maggior parte almeno la metà dei proprietari che all’inizio degli anni 2000 avevano avviato i lavori fermandosi a quelli di urbanizzazione primaria, sono rappresentanti da imprese e società in parte fallite ed in parte liquidate. Una parte, anzi ma la maggior parte dell’area compresa nel piano di riqualificazione finanziato con i 18 milioni di euro, che rischia così di rimanere così come la vediamo oggi. Perché oltre al Data Center e alla palazzina residenziale di via Forghieri per la quale dovrebbe iniziare a giorni, il resto è ancora senza progetto e senza futuro. Con bivacchi e discariche a cielo aperto. In una giungla di vegetazione selvaggia e cumuli di macerie, abbandonate da quasi 20 anni da quando quest’area brulicava dell’attività dell’ex mercato bestiame, ai tempi il più importante d’Italia insieme alla vicina borsa merci e che oggi si anziché di sviluppo economico sono simbolo del loro contrario