Ieri in Tribunale a Ravenna c’è stata la deposizione del giovane accusato di omicidio colposo per aver provocato il terribile incidente nei pressi del casello di Cotignola sull’A14 che provocò la morte di un padre con il figlio. L’imputato ha detto di non ricordare nulla di quel terribile incidente

Era il 15 agosto del 2015 quando l’Audi A 3 guidata da Umberto Maria Evangelista, 22 enne marchigiano, si schiantò ad altissima velocità contro il casello di Cotignola dell’A14 bis stroncando la vita di una famiglia modenese. Andrea Giunta di 56 anni e il figlio Michele di 19 anni morirono sul colpo, mentre la madre rimase in gravissime condizioni per mesi. Ieri a Ravenna in Tribunale è stato il giorno della deposizione del giovane accusato di omicidio colposo plurimo e aggravato. Il 22 enne davanti al giudice ha raccontato di non ricordare nulla di quella tragica vicenda: la sua difesa sembra voler puntare non sul colpo di sonno ma su un attacco epilettico che aveva già colpito il ragazzo nel 2009. Per l’accusa si tratta invece di aspetti secondari e puntano sulla velocità eccessiva e sul fatto che il giovane si era messo alla guida senza riposare. Dopo il terribile schianto il ragazzo fu sottoposto all’alcoltest e risultato negativo. Le ipotesi avanzate in un primo momento furono quella del colpo di sonno o della stanchezza: il giovane la sera prima della tragedia aveva trascorso la notte in una Discoteca della Riviera insieme ad un suo amico, che si trovava con lui in macchina nel momento dello schianto, e poi sembra che dopo essersi riposati solo alcune ore hanno deciso di proseguire per Mirabilandia.