Punti nascita della nostra regione. L’Anaao Assomed dell’Emilia Romagna ha criticato la richiesta di deroga avanzata dalla giunta Bonaccini al Ministero della Salute. Secondo il sindacato si tratta di una decisione pericolosa per le partorienti

La chiusura dei punti nascita dell’Emilia Romagna continua a tenere banco e dopo che la giunta regionale ha passato la patata bollente al Ministero della Salute con l’intenzione di chiedere una deroga di sei mesi, è intervenuto anche il sindacato medico italiano, l’Anaao Assomed, con una pesante critica nei confronti della giunta Bonaccini. Secondo l’associazione dei medici può rappresentare una scelta pericolosa per la sicurezza delle partorienti: il segretario regionale del sindacato Sandro Macchia sottolinea che la sicurezza delle future mamme non deve essere un optional e che i punti nascita devono garantire non solo una adeguata strumentazione tecnologica ma anche ambienti e personale qualificato disponibile h 24, dalla guardia medica, al ginecologo, al pediatra e alle ostetriche. Insomma una dotazione di risorse elevata che secondo Macchia è impossibile mantenere nel tempo per strutture con meno di 500 parti all’anno e garantire comunque a tutti un servizio ottimale. Il segretario regionale del sindacato ribadisce che è meglio esigere il trasporto per tempo in sedi adeguate e poter partorire con la massima sicurezza.