Il sindaco sotto inchiesta si difende: “Situazione che sono state regolarizzate nel tempo. Come abbiamo dimostrato che non eravamo né ‘ndranghedisti né mafiosi, così dimostreremo che non siamo né truffatori, né ladri, né corrotti”

Indagati il sindaco Fernando Ferioli, gli assessori Angelo Aiello, Fabrizio Mengoli e Fabrizio Reggiani, più quattro dirigenti del Comune e sei rappresentanti legali di alcune associazioni. In tutto 14, dunque, le persone al momento coinvolte nella nuova inchiesta che scuote Finale Emilia. Dopo il blitz dei carabinieri negli uffici del Comune, emergono i primi particolari del fascicolo aperto dal procuratore capo di Modena Lucia Musti e dal pm Marco Niccolini. Si indaga su presunti illeciti commessi dall’amministrazione nel concedere la gestione di alcune strutture ed eventi senza bando di gara pubblico. Sotto la lente di ingrandimento, in particolare, sono finiti il Circolo per le attività cinofile, la bocciofila di Massa finalese, sempre a Massa la Sala polivalente ‘Meridiana’ e l’organizzazione della Fiera campionaria di aprile. Le ipotesi di reato vanno dal falso in atto pubblico all’abuso di ufficio. In sostanza, gli inquirenti ritengono che il Comune abbia concesso ad alcune associazioni locali la gestione di queste strutture o eventi violando il dovere di imparzialità e turbando la libertà di scelta del contraente. Notevole la mole di documenti cartacei e informatici acquisiti dai carabinieri. Tra gli indagati c’è anche il direttore dell’ufficio Lavori Pubblici Giulio Gerrini, già imputato nel processo Aemilia. L’inchiesta in questione non ha nulla a che vedere con quella sulle presunte infiltrazioni della mafia nella Bassa modenese. Ma per l’amministrazione Ferioli è una mazzata che pesa non poco. Il sindaco uscente aveva ricevuto nei giorni scorsi l’appoggio del Pd per ricandidarsi alla poltrona di sindaco. Il 5 giugno a Finale si vota. Se Ferioli sarà in corsa ora è tutto da vedere.

Il sindaco Fernando Ferioli è intervenuto con una nota stampa:

“Una nuova burrasca si è abbattuta sulla nostra amministrazione, questa volta con il coinvolgimento diretto mio e di altri soggetti privati e pubblici. Voglio innanzitutto precisare che l’avviso di garanzia non è un decreto di condanna, ma semplicemente l’informativa che si è sottoposti a indagini preliminari. Indagini che ci daranno la possibilità di spiegare esattamente come si sono svolti i fatti.

La vicenda riguarda principalmente alcune associazioni di volontariato per situazioni che nel corso del tempo sono state regolarizzate. Nelle notizie di stampa si fa riferimento a delibere che sarebbero state falsificate. Termine molto sbagliato, perché sugli atti che riguardano la Bocciofila e la Sala Meridiana di Massa Finalese esistono semmai dei vizi di forma spiegabilissimi, come è avvenuto il 1 settembre 2015 quando viene presentata e approvata in giunta una bozza di affidamento della Bocciofila/Sala Meridiana con una nuova convenzione. La convenzione è sempre stata quella e rimane invariata ma non ha alcun seguito, perché analizzando con il nostro avvocato le nuove normative su affidamenti, abbiamo preferito usare lo strumento del bando di gara, dividendolo in tre, uno per la bocciofila, uno per il bar e uno per la sala Meridiana. Bandi che sono stati aggiudicati proprio nelle settimane scorse. L’associazione di volontari e pensionati che gestiva queste strutture (e le aveva costruite oltre trent’anni fa) pagava oltre 11.000 euro l’anno, si è fatta carico di diversi lavori di manutenzione sia ordinaria che straordinaria oltre che di parte degli interventi post-terremoto per circa 24 mila euro. Interventi che nell’immediato post sisma ci consentirono di ospitare all’interno della Meridiana prima le scuole poi diverse attività di volontariato. Nel 2015, inoltre, i nostri uffici hanno chiesto il saldo delle utenze per gli anni post terremoto 2012-13-14, quindi in piena tranquillità e nella legge si andava a chiudere il percorso.

Un’altra delibera è entrata nel mirino degli inquirenti per un errore di presenza che è stato rettificato il giorno dopo. Nel senso che era stata registrata la presenza di un assessore invece di un altro. Nella correzione si era provveduto a segnare l’assessore come assente, mentre nell’originale figurava presente. Nessuna falsificazione dell’atto, che rimane ed è sempre lo stesso.

Un’altra associazione di volontariato coinvolta è il COAC (Circolo Otesia Attività Cinofile) che fino a pochi mesi fa faceva parte della nostra Protezione Civile. Stavamo predisponendo i documenti per la nuova convenzione perché con la Regione, già dallo scorso anno, si stava lavorando all’accordo per la gestione dei campi macerie di cui il COAC si occupa. Ricordo anche che il COAC paga le utenze, a parte la luce, i cui costi vengono compensati con quanto spetterebbe all’associazione per la manutenzione del campo macerie. Anche qui volontari e ad anche qui atti in via di totale definizione.

Sempre per quanto riguarda le associazioni, nelle carte dell’inchiesta è finito il Quartiere Ovest che ha una regolare convenzione firmata e il bar dell’associazione – così come quello della Bocciofila di Massa – è stato affidato da lungo tempo con SCIA (Segnalazione certificata di inizio attività), rilasciata dagli uffici comunali competenti. E le utenze sono tutte a carico della stessa associazione, formata da volontari e cittadini impegnati nel sociale.

Per quanto concerne infine la questione appalti, si tratta esclusivamente dell’affidamento dell’organizzazione degli spazi espositivi della Fiera dopo la ‘manifestazione di interesse’ per un importo a base d’asta di 1.000 (mille!) euro (gli spettacoli sono stati gestiti e curati dal nostro ufficio cultura al contrario di altri anni), dimostreremo che non c’è stata nessuna turbativa e tutte le procedure seguite sono state quelle previste dagli uffici competenti.

Per concludere voglio rimarcare che come abbiamo dimostrato che non eravamo né ‘ndranghedisti né mafiosi, così dimostreremo che non siamo né truffatori, né ladri, né corrotti, perché gli atti che abbiamo compiuto hanno seguito un iter assolutamente giustificato.

Mantenendo piena fiducia nell’operato degli organi inquirenti resto a loro completa disposizione, sapendo di aver operato sempre per il bene della nostra comunità.