Accuse dettate da risentimenti personali e mosse da colleghi poco affidabili. Queste in sintesi le motivazioni depositate ieri che spiegano l’assoluzione della professoressa Maria Grazia Modena imputata nel processo ‘Camici Sporchi’. La Procura si rimette al Gup di Bologna per l’eventuale ricorso in Cassazione

Testimoni poco affidabili, accuse mosse da risentimenti personali ed insufficienza di prove. La professoressa Maria Grazia Modena, pertanto, non ha commesso i reati di associazione a delinquere, corruzione e abuso d’ufficio che le erano stati contestati e per questo è stata assolta dopo la condanna a 4 anni di carcere e 5 di interdizione dai pubblici uffici comminati in primo grado. Ieri la Corte d’Appello di Bologna ha depositato le motivazioni che hanno portato al proscioglimento dell’ex direttrice del reparto di Cardiologia del Policlinico, ottanta pagine da cui filtra chiaramente il motivo per il quale la sentenza del primo processo è stata completamente stravolta: la mancanza di credibilità di alcuni testimoni chiave, tra cui il cardiologo Rosario Rossi che sarebbe stato mosso da risentimento per la scelta della Modena di nominare direttore di Emodinamica il collega, dottor Giuseppe Sangiorgi. Per quanto riguarda i reati maggiori, invece, la situazione configuratasi secondo i giudici è quella di un’insufficienza di prova, non ci sono allo stato elementi tali per attribuire alla Modena l’accusa di associazione a delinquere insieme agli altri imputati. Come noto, infine, gli unici fatti che rimangono contestati alla dottoressa sono quelli relativi al falso scritto in due lettere, che ha portato ad una condanna totale di otto mesi. A seguito del deposito delle motivazioni della sentenza, questa mattina la Procura della Repubblica è intervenuta precisando che in merito alla proposizione di un eventuale ricorso in cassazione, si rimetterà alla decisione del Gup di Bologna, senza procedere autonomamente al ricorso stesso.