Una delle grandi speranze mondiali per sconfiggere il Coronavirus si chiama Tocilizumab, un nome che da qualche settimana è diventato famigliare. Il farmaco, utilizzato per malattie autoimmuni come l’artrite reumatoide, è infatti in corso di sperimentazione nel nostro paese contro il Covid-19, ma la sua reperibilità sarebbe difficoltosa e così è scesa in campo la Cina per aiutare l’Italia. Il Tocilizumab ha dato buone risposte nei primi casi sulla capacità di ridurre la risposta del sistema immunitario che causa l’infiammazione dei polmoni e così è aumentata la richiesta nei vari ospedali italiani. La Roche, casa produttrice, prima che l’agenzia del farmaco si muovesse si era offerta di regalare il medicinale a tutte le strutture sanitarie che ne facessero richiesta. Per questo motivo accanto alla sperimentazione nei centri da lei selezionati, Aifa aveva comunque dato il permesso anche ad altri di somministrarlo, con l’ipotesi di usare i dati per uno studio d’osservazione aggiuntivo. Ma da qualche giorno la Roche ha comunicato di non avere più scorte: a fronte di una domanda di circa 4mila trattamenti, ne avrebbe a disposizione circa la metà. Per questo si è chiesto un aumento della produzione degli stabilimenti giapponesi e californiani destinata all’Italia. Ma la richiesta arriva anche da altri paesi. E così per aiutare l’Italia è scesa in capo la Cina, mettendo a disposizione 3mila fiale, che sono state suddivise tra le varie Regioni a seconda della necessità delle terapie intensive. Un terzo di queste sarà inviato il Lombardia, la regione più colpita dal virus.