Un’app per tracciare i positivi, munita di geolocalizzazione, per costruire una mappa della diffusione del Coronavirus e dei contagi. L’idea era stata già annunciata la scorsa settimana dal ministro della Salute Roberto Speranza, nell’ambito del programma suddiviso in 5 punti per far uscire l’Italia dall’emergenza sanitaria che l’ha investita. Palazzo Chigi sta lavorando alla fase 2 del Paese e, per farlo, potrebbe affidare alla speciale task force, guidata da Vittorio Colao, il compito di sviluppare l’applicazione che sia disponibile per tutti i tipi di sistemi operativi e che serva a semplificare e monitorare gli spostamenti dei cittadini. Il ritorno alla normalità avverrà in modo scaglionato, seguendo protocolli diversi: lockdown più breve per i giovani e a seguire i soggetti più a rischio, ad esempio. Ogni utente potrà inserire i propri dati, compreso il proprio stato di salute e se è stato sottoposto al test oppure al tampone. La app dividerà la popolazione per età e relativi rischi, così da regolare le uscite proteggendo le fasce più esposte, a cominciare dagli anziani. I soggetti più deboli, compreso chi soffre di altre patologie, potrebbe essere tracciato negli spostamenti, così da fornire maggiori informazioni sui rischi in zone più o meno affollate. Dettagli che dovranno fare i conti prevedibilmente con la tutela della privacy di ogni cittadino tracciato. Per ogni spostamento, continueranno a valere le regole di sempre: distanza di almeno un metro, mascherine e guanti indossati. Nelle aziende con un gran numero di dipendenti, almeno nei primi mesi, il lavoro da casa resterebbe obbligatorio. Facoltativo per quelle più piccole, ma i dettagli restano ancora da definire. Per i lavoratori che avanzassero la richiesta di poter andare a lavorare sul posto di lavoro, il permesso non potrebbe essere negato: le mansioni e il ruolo devono però essere compatibili con le regole del distanziamento sociale. Nel tempo, si augurano Colao e la task force, lo smartworking dovrebbe tornare ad essere un’eccezione e non la regola.