Con una delibera l’Emilia-Romagna dice sì e regolamenta il suicidio assistito. Evitando lo stop che si è verificato in Veneto, la Giunta Bonaccini supera il voto in aula e cerca di garantire ai malati, attraverso una semplice delibera, “il diritto di congedarsi dalla vita”. Già oggi chi ne abbia i requisiti può chiedere al servizio sanitario di accedere al suicidio medicalmente assistito: entro un massimo di 42 giorni saprà se il suo desiderio sarà accolto. Gli strumenti messi in campo dalla delibera sono due: da una parte viene istituito un comitato etico, presieduto dalla bioeticista Ludovica De Panfilis e formato da esperti, medici e giuristi, chiamati a pronunciarsi sulle richieste legate al fine vita. Dall’altra vengono inviate dall’assessorato alla Sanità delle “Istruzioni tecnico-operative” alle aziende sanitarie, ovvero una serie di linee guida sul tema. Due strumenti importanti, ha sottolineato l’assessorato stesso, per tracciare percorsi e tempi precisi su argomenti di grande rilevanza etica. L’Emilia-Romagna è così la seconda regione italiana a dotarsi di strumenti per poter ricorrere alla morte o suicidio assistito, la pratica con cui a determinate condizioni ci si auto-somministra un farmaco letale. Lo aveva già fatto la Puglia, sempre con una delibera, ma la nostra regione è la prima a stabilire tempi precisi entro cui si dovranno valutare le richieste. L’Associazione Luca Coscioni avrebbe preferito la via legislativa, ma la Giunta Bonaccini ha voluto essere sicura del risultato, bypassando il voto in aula ed evitando l’affossamento che si è visto in Veneto, dove la legge non è passata per astensione dello stesso PD. La proposta di legge dell’associazione approderà ugualmente in consiglio regionale il 13 febbraio.