La sfida di domenica in Sicilia rievoca ricordi positivi per i biancorossi, che due anni fa in serie B furono l’unica squadra a fare sei punti su sei contro la corazzata rosanero guidata da Iachini.

Due precedenti e due successi. E’ una storia favorevole quella che il Carpi può vantare a Palermo, dove domenica riparte la marcia salvezza della squadra di Castori. Due anni fa, nella prima apparizione di B, i biancorossi furono gli unici a battere due volte i rosanero di Iachini, che poi dominarono il campionato e con 86 punti stabilirono il nuovo primato di punti conquistati, salendo in A con 5 giornate di anticipo a +12 sull’Empoli. La prima impresa è datata 21 dicembre 2013, quando il Carpi di Vecchi piegò grazie a un contestato rigore di Memushaj l’allora capolista al Cabassi: la sconfitta costò al Palermo il primato, con il sorpasso in vetta da parte dell’Empoli. Un match ricco di polemiche, con i siciliani ridotti in nove per i rossi a Daprelà e Milanovic (oltre al tecnico Iachini) e la sfuriata di portata nazionale a fine gara del vulcanico patron Maurizio Zamparini, nemmeno presente allo stadio, che accusò l’arbitro Candussio di Cervignano di aver arbitrato contro la sua squadra perché il padre del fischietto friulano era stato licenziato da un’azienda dello stesso Zamparini. Un girone intero dopo, il Carpi questa volta guidato da Pillon concesse il bis al Barbera, interrompendo dopo 20 giornate l’imbattibilità della capolista, che aveva già festeggiato a Novara la promozione. Finisce 2-1 con tante emozioni: apre l’ex Mbakogu dal dischetto, pareggia Bolzoni dopo che Colombi (ora in rosanero) aveva parato un rigore a Dybala, poi nell’intervallo Vazquez si fa espellere e in dieci nella ripresa il Palermo dice addio al record della Juve di gare senza sconfitte subendo il gol-partita di Pasciuti. Un successo che non servì a tenere vivo il sogno playoff. Ma domenica varrebbe molto di più.