Nei fatti non esiste più dalla scorsa estate, quando la scellerata gestione dei soci ne ha causato la cancellazione dalla cartina geografica del calcio italiano. Ma ora c’è anche una conclusione giuridica all’ultra centenaria storia del vecchio Carpi Fc, passato in 6 anni dalla Serie A del 2015 alla dichiarazione di fallimento da parte del Tribunale di Modena di queste ultime ore. Sono stati i soci ha scegliere di adire alla procedura del fallimento in proprio, di cui si occuperà il curatore Angelo Zanetti, dottore commercialista nominato dal Tribunale per riscuotere i crediti e recuperare i beni in possesso con lo scopo di liquidare i creditori. Una decisione a sorpresa presa dai soci carpigiani Matteo Mantovani e Marcello Fantuzzi della Ncs e dalla Campoleone Holding, che insieme vantavano il 51% delle quote, contro cui invece avevano votato nell’ultimo Cda gli altri soci Federico Marcellusi, Vft e Simone Morelli, che avrebbero preferito la strada della liquidazione volontaria. Prima di portare i libri in tribunale, però, Marcellusi, Fantuzzi e Campoleone hanno ceduto le loro quote a due soggetti fino ad allora del tutto estranei al Carpi: sono Giancarlo Lollini, bolognese che abita nelle Marche a cui è andato il 31% di Ncs ed è anche amministratore unico, e Cristiano Raffa, veneto residente in Toscana che ha preso il 20% di Campoleone. E’ invece uscito di scena del tutto senza lasciare traccia il “regista” dei ricorsi estivi Alessandro Forlenza, ex vice presidente che non aveva quote, ma solo dei pre contratti di acquisizione, e quindi non sarà interessato dagli effetti del fallimento. L’udienza è fissata per il 14 aprile, ma intanto non avendo iscritto squadre al campionato il Carpi Fc ha perso i quasi 600mila euro di crediti che vantava in Figc grazie al minutaggio dello scorso campionato.