Si annuncia un “gennaio caldo” per il Movimento delle Sardine, nato il 14 novembre scorso con un flash mob da 12 mila persone a Bologna contro Matteo Salvini. Una mobilitazione collettiva culminata, il 14 dicembre, con la grande manifestazione nazionale di Piazza San Giovanni a Roma. Nessun vessillo di partito nelle manifestazioni delle sardine ma diversi gli endorsement: dal Vaticano, al premier Conte fino ai big Pd e M5S. Al momento, tuttavia, nessun abboccamento per un movimento che, ad ora,  è rimasto fedele alla sua breve storia: no alla trasformazione in un partito e nessuna sostituzione alle lotte delle associazioni dal basso. L’obiettivo, insomma, è rappresentare un corpo intermedio tra la politica e il mondo civico attivo. Dunque, la sfida per il futuro non sarà nel messaggio (già ben recepito dalla platea di sardine) ma nella capacità di darsi una nuova struttura per evitare corto-circuiti, uniformare la ‘voce’ sul territorio e gestire, anche a livello logistico, i grandi eventi. Partito senza cassa ed autofinanziato ora il movimento ha un “nuovo vestito”. E’ stata costituita dai fondatori bolognesi, infatti,  l’associazione “6000 sardine E.T.S.” come ‘contenitore’ dei soldi ottenuti con la raccolta fondi lanciata sulla piattaforma Ginger. Un crowdfunding da record: 57mila euro donati da 2475 sostenitori in una settimana, per organizzare il bis a Bologna del 19 gennaio, a soli 7 giorni dalle elezioni, con un palco in grande stile (in piazza VIII Agosto) e la presenza di artisti e cantanti. Altre iniziative ad hoc sono previste in Calabria, l’altra regione che andrà alle urne il 26 gennaio.