Con l’aumentare dei casi di contagio da Coronavirus in Italia e il crescere della paura, molti hotel e alberghi, anche di lusso, del centro storico hanno deciso, o stanno decidendo, di chiudere temporaneamente a causa dell’emergenza sanitaria. I timori scatenati dal diffondersi dell’epidemia hanno portato a un picco di cancellazioni, provocando un calo drastico nelle prenotazioni per il settore alberghiero. Una crisi che «non si esaurisce in quattro settimane e che sarà una vera traversata in pieno oceano verso la ripartenza. Il 90% delle camere occupate sono andate perse, il personale è ridotto del 70% e quando si saranno esaurite ferie e permessi, cosa accadrà?». È questa la preoccupazione dei direttori per i loro dipendenti, che in città sono «decine di migliaia». Con le misure e le restrizioni intraprese da molti Paesi nei confronti dell’Italia, con la cancellazione di voli, in particolare nelle Regioni del Nord «il mercato mondiale ci ha bollati come zona rossa, ma noi siamo aperti non abbiamo restrizioni». «In media l’occupazione delle camere di queste due settimane è tra il 15%-20%, con tariffe che sono di bassa stagione, mentre solitamente abbiamo prenotazioni tra l’85% e il 95%». Tra le richieste del settore l’annullamento e non la sospensione per un periodo di almeno sei mesi dei pagamenti delle imposte compresi IMU e TARI, dei contributi previdenziali, l’attivazione di fondi salariali oltre all’ estensione della cassa integrazione straordinaria per il settore alberghiero al momento inesistente.  Il primo decreto pubblicato dal governo appare allo stato completamente inadeguato poiché per l’Emilia Romagna prevede misure di sospensione limitate al solo mese di marzo e una cassa integrazione in deroga per un importo relativo al 2020 di soli 25 milioni di euro mentre i mancati guadagni e i danni relativi in tutta la regione sono significativamente superiore. Si attende e si spera ora nel nuovo decreto che dovrebbe tener conto delle richieste avanzate oggi nell’incontro tra Giuseppe Conte e i governatori delle regioni.