Per il carcere di Sant’Anna sono stati stanziati 3,5 milioni di euro, al fine di ripristinare i danni causati dalle rivolte dello scorso 8 marzo. La Casa Circondariale modenese era stata gravemente compromessa durante la sommossa e pertanto è stata chiusa ed evacuata; molti detenuti sono stati spostati in altre carceri della provincia. La rivolta al Sant’Anna, scoppiata domenica otto marzo, era stata organizzata e preparata con scale e corde grazie a cui un gruppo di detenuti era riuscito a scavalcare due recinzioni. In quell’occasione, solo la prontezza delle guardie, arrivate con numerosi rinforzi in tenuta anti sommossa, aveva permesso di respingere il primo tentativo di fuga bloccando il portone. Il bilancio complessivo di quella rivolta è stato tragico: a parte gli ingenti danni interni, provocati soprattutto da alcuni materassi dati alle fiamme, le perdite umane hanno contato 9 detenuti morti e altri sei finiti in terapia intensiva. Così come a Modena, in molti altri istituti penitenziari un’orda di rivolte ha portato a morti, feriti e alla devastazione delle strutture carcerarie. Il nuovo decreto approvato oggi e rinominato “cura Italia”, ha previsto per questi danni ingenti una somma complessiva di 20 milioni “per la realizzazione di interventi urgenti di ristrutturazione e di rifunzionalizzazione delle strutture e degli impianti danneggiati”.