È la plastic tax, ovvero la tassa sugli imballaggi in plastica, a creare non poche tensioni all’interno del Governo con importanti ricadute anche sulle dinamiche regionali. Dopo le recenti proteste dei giovani scesi in piazza in difesa dell’ambiente ed un ambiente ormai insostenibile, pare che qualcosa si stia muovendo anche all’interno del Parlamento italiano. Nella maggioranza gli unici contrari sono gli esponenti di Italia Viva. Favorevoli  Pd e Movimento Cinque Stelle. A livello regionale a sposare  la linea di  Matteo Renzi il governatore Stefano Bonaccini, che lancia l’allarme per l’Emila-Romagna, regione in Italia in cui si produce oltre il 60% del packaging in plastica, con un indotto che coinvolge migliaia di addetti. E ciò proprio per le ripercussioni che la tassa può avere sul voto di gennaio.  Venendo ai numeri che riguardano il settore si contano circa 11.000 imprese, che rappresentano un fatturato di 30 miliardi di euro. Di queste ben 5.000 sono quelle attive nella prima trasformazione. Solo nel 2018 sono state prodotte quasi sei milioni di tonnellate di resine termoplastiche ai quali si aggiungono circa un milione di plastiche riciclate. Secondo l’Osservatorio Nazionale Federconsumatori è facilmente ipotizzabile che la tassa possa essere scaricata in larga parte sui prezzi finali dei prodotti e ogni famiglia si potrebbe trovare di fronte a un aumento della propria spesa di circa 140 euro all’anno. Un tema, che alla vigilia delle elezioni nella nostra regione, sarà centrale nella campagna elettorale e che proprio il governatore Stefano Bonaccini chiede di modificare.