Inizia oggi il Festival di Giustizia Penale, quest’anno alla prima edizione. L’obbiettivo che si propone l’organizzazione è una trattazione della materia capace di includere tutti: professionisti del diritto e comuni cittadini

Si parlerà di errore e populismo giudiziario, temi davvero scottanti, per chi vive in Italia, Paese abituato a discussioni decennali sull’inasprimento della responsabilità dei magistrati per gli errori giudiziari e segnato da quella morbosità dei media, che porta a condurre sommari processi fuori dalle opportune sedi giurisdizionali, inficiando così i sistemi di garanzia che mirano ad assicurare l’imparzialità della magistratura giudicante, la quale spesso è oggetto di un vero e proprio pressing mediatico che ne mette alla prova la libertà di giudizio. Protagonisti di fatti di cronaca, che divengono vere e proprie star, loro malgrado, esposte decine di volte al giorno al pubblico ludibrio, e che rischiano di arrivare alla sbarra degli imputati già gravati della condanna dell’intera società. Come Amanda Knox, che ritorna in Italia appositamente per partecipare all’incontro sul processo massmediatico, tema che ha vissuto sulla sua pelle e che, nonostante l’assoluzione, ancora le lascia addosso lo stigma della colpevolezza. Non solo la Knox tra gli ospiti d’eccezione del Festival, anche l’ex Ministro Orlando, autore nel 2017 di una rilevante riforma in tema di diritto e di procedura penale, e Gianpietro Lago, comandante dei RIS di Parma. Non manca la componente accademica modenese, tra i quali Massimo Donini, dell’Unimore. Tra gli ospiti anche vari docenti di caratura internazionale, come Justine Brooks e Seth Miller. È inoltre in programma una simulazione del processo Dreyfus, cui parteciperanno docenti universitari e magistrati, e che tratta il tema delle conseguenze penali del pregiudizio, ripercorrendo la celebre messa alla gogna dell’Ufficiale ebreo, alla fine del ‘800.