È stato festeggiato a Nonantola il 75esimo anniversario della fuga in Svizzera dei ragazzi di Villa Emma. Per l’occasione è tornata a fare visita Sonja Borus, ebrea che da bambina dai nonantolani venne aiutata a fuggire dai nazisti

Sono passati 75 anni, ma lei rimane sempre una “ragazza di Villa Emma”. È Sonja Borus, che ieri è tornata a Nonantola da Israele per incontrare il paese che l’accolse e la salvò quando era piccola. Erano un centinaio gli ebrei, per la maggior parte giovani e giovanissimi, che in fuga dalla Slovenia e dalla Croazia tra il 1942 e il 1943 trovarono rifugio nella struttura abbandonata chiamata villa Emma. Dopo l’occupazione nazista, decine di famiglie della comunità nonantolana aiutarono loro a fuggire oltre le Alpi. Proprio ieri a Nonantola è stato festeggiato il 75esimo anniversario della fuga in Svizzera e in questa occasione Sonja Borus ha presentato la pubblicazione italiana del suo diario, dal titolo “Diario di Sonja. Fuga e aliyha di un’adolescente berlinese”. Un incontro che è servito a ricordare ciò che è stata la Shoah, ma anche quella solidarietà che permise a tanti ragazzi di mettersi in salvo. Una storia da cui per il presidente della Fondazione Villa Emma, Stefano Vaccari, si può trarre insegnamento.

Nel video l’intervista a Fausto Ciuffi, direttore della Fondazione Villa Emma Ragazzi ebrei salvati