Tra i 21 arrestati dalla Procura di Roma per presunti appalti truccati legati alla Grandi Opere Italiane c’è anche il sanfeliciano Claudio Baschieri

E’ finito in carcere con l’accusa di essere stato parte del presunto sistema di corruzione che ha caratterizzato la realizzazione di alcune importanti infrastrutture italiane: c’è anche un imprenditore modenese, Claudio Baschieri di San Felice, tra i 24 indagati dell’operazione di carabinieri e Guardia di finanza di Roma che ha coinvolto tra gli altri Giandomenico Monorchio, imprenditore e figlio dell’ex ragioniere generale dello Stato Andrea, e Giuseppe Lunardi, figlio dell’ex ministro dei Trasporti e delle Infrastrutture.

Secondo l’accusa Baschieri entra nel filone della maxi inchiesta che riguarda la Tav Milano-Genova, per la quale la Grandi Opere Italiane ha ricevuto un appalto. E l’imprenditore è proprio un esponente della Goi, che avrebbe stipulato contratti con società di fornitura, consulenza e analisi per un ammontare di centinaia di migliaia di euro con società tutte riconducibili ai supposti vertici della rete, l’imprenditore Domenico Gallo e l’ingegner Giampiero De Michelis, che avrebbero dovuto controllare e invece lucravano, proprio omettendo di controllare l’utilizzo di cemento ‘farlocco’, inadeguato. O di sanzionare irregolarità della fornitura di prefabbricati in ferro e l’ingresso in cantiere di ‘mezzi e materiali non autorizzati’.

La notizia dell’arresto ha destato sorpresa a San Felice, dove Baschieri è noto anche per l’impegno personale dopo il sisma vista la donazione di strutture di accoglienza. L’imprenditore, raggiunto a Milano dagli inquirenti, è stato trasferito in carcere ad Alessandria dove attende di spiegare al gip le sue ragioni.