Durante la Santa messa di San Geminiano, quest’anno celebrata all’interno della chiesa di San Francesco, l’omelia del Vescovo Erio Castellucci ha indagato le varie sfaccettature del viaggio, a partire da quello dei migranti per arrivare a quello da compiere dentro ognuno di noi
La celebrazione del Santo Patrono di Modena, San Geminiano, quest’anno si è spostata dal Duomo, in via di ristrutturazione, alla chiesa di San Francesco. Ed è proprio lo spostamento, il viaggio, il cuore dell’omelia del vescovo di Modena Erio Castellucci. Il passaggio tratto dal Vangelo secondo Matteo inizia recitando “In quel tempo, Gesù percorreva tutte le città e i villaggi”. “Non è raro trovare Gesù in movimento – ha detto il Vescovo – Il suo ambiente preferito è la strada”. Anche San Geminiano ha viaggiato, recandosi a Costantinopoli per guarire la figlia dell’imperatore, e così pure San Francesco, arrivato fino in Egitto. Ma perché gli uomini viaggiano? È questa la domanda che Monsignor Erio Castellucci pone a se stesso e ai fedeli. Nell’omelia ricorda tutti i tipi di viaggio, a partire da quelli della speranza effettuati dai migranti che fuggono da una situazione difficile, ma anche quello dei giovani italiani che cercano futuro all’estero, il viaggio dei turisti, dei pellegrini e dei missionari, in un mondo sempre più collegato e simile ad un grande villaggio globale. Ma ha parlato anche di un altro viaggio, il più importante e il più difficile: quello interiore.






































