Il sottopasso ciclopedonale dell’ex Benfra, inaugurato a luglio al termine di un cantiere lungo 15 anni, non è ancora stato completato. E la zona del vano delle scale, anziché passaggio per pedoni, si è trasformato in luogo di bivacco e spaccio per persone senza fissa dimora

L’inaugurazione del luglio scorso da parte del comune aveva fatto sperare nella fine di uno dei cantieri simbolo di degrado e di inefficienza della pubblica amministrazione degli ultimi 15 anni. Ma così non è. Iniziato nel 2003 ed inaugurato dopo 15 anni di stop dei lavori da parte di tre cooperative di costruzioni che si sono succedute, il cantiere che ancora è tale, per la realizzazione del collegamento ciclopedonale sotterraneo dell’ex Benfra in zona crocetta continua a creare problemi. La struttura, nonostante l’apertura delle rampe di accesso e di uscita ciclopedonali, non è mai stata completata nel suo nucleo centrale. Quello relativo alle scale e al vano ascensore, che sarebbero stato fondamentale per l’accesso disabili ma che non ci sarà, perché tolto dal progetto ultimo. Previsto nel 2003 e ora cancellato. Ed è così che l’accesso pedonale, non ancora completato e protetto ed inaccessibile da transenne e reti, è diventato rifugio ideale per senza fissa dimora, tossicodipendenti e spacciatori che li trovano evidentemente un nascondiglio in più. Non è un caso che all’estremità delle due rampe stazioni e controlli ogni movimento, con visuale totale sugli accessi, una delle cosiddette vedette. Che osserva da lontano anche il nostro ingresso nella zona più critica. Nel livello interrato dell’accesso al tunnel sotterraneo. Qui le barriere protettive sono state divelte e tagliate. I ferri scoperti creano un potenziale pericolo per chi transita in bicicletta e fornisce ai malintenzionati l’accesso ad un mondo di degrado, fatto di giacigli di fortuna e bivacchi notturni i cui segni però sono evidenti, anche di giorno. Oltre a siringhe, bottiglie, confezioni di cibo, anche calzature da donna. Questa area del cantiere a causa di oltre del prolungato stop ai lavori, è stata sommersa per anni dall’acqua piovana e nonostante la recente ristrutturazione i segni dell’erosione sono evidenti. La base delle colonne con all’interno i passaggi dei cavi elettrici è addirittura rotta e scoperta forse da chi ha tentato di allacciarsi abusivamente. In uno spazio in cui doveva esserci un’ascensore fondamentale per il passaggio dei disabili nel quale doveva essere possibile almeno l’utilizzo delle scale, almeno per evitare gli oltre 100 metri di rampe da percorrere in ingresso ed in uscita oggi unico passaggio per usufruire dell’opera. In una struttura teoricamente nuova che a 9 mesi dalla sua inaugurazione non è mai stata completata e che con il suo degrado e la sua pericolosità rappresenta anziché un collegamento sicuro una vera e propria barriera non solo urbana ma anche sociale.