Il Reddito di Cittadinanza, tra le manovre approvate dal Consiglio dei Ministri la settimana scorsa, è quella che solleva più dubbi. Ieri un incontro tra gli assessori al Lavoro delle Regioni e il vicepremier Di Maio ha cercato di chiarire alcuni punti, ma sono poche le domande che hanno trovato risposta
Un confronto di quasi tre ore nella giornata di lunedì ha visto protagonisti i rappresentanti delle regioni e il vicepremier Luigi Di Maio, per chiarire i dubbi sollevati dai territori in merito al reddito di cittadinanza. La misura simbolo del Movimento cinque stelle è stata approvata la settimana scorsa, ma ancora sono molte le domande, se non proprio le preoccupazioni, in capo alle Regioni che nonostante l’incontro ancora non hanno chiari alcuni punti per loro fondamentali. Ad esempio le tempistiche. Se è vero che a fine aprile verranno erogati i sussidi per chi ha i requisiti necessari per ottenere il reddito e a fine maggio verranno chiamati dai centri per l’impiego, ancora non si sa quando i navigator, ovvero quelle figure professionali di rinforzo negli stessi centri, potranno arrivare. Altri dubbi sono molto più tecnici. Ad esempio, tra i requisiti per ottenere il reddito di cittadinanza bisogna avere regolare residenza in Italia da almeno 10 anni, di cui gli ultimi 2 continuativi. Una vera e propria indagine anagrafica, secondo viale Aldo Moro, molto difficile e costosa.
Nel servizio l’intervista a Patrizio Bianchi, Assessore al Lavoro dell’Emilia Romagna






































