300 Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna, nelle prime ore del mattino hanno eseguito 30 arresti nei confronti di soggetti responsabili di aver messo in piedi un vero e proprio racket delle pompe funebri. Arresti e perquisizioni anche a Modena
Avevano creato un radicato sistema corruttivo speculando sui defunti: controllando le camere mortuarie dell’Ospedale Maggiore e del policlinico Sant’Orsola di Bologna riuscivano ad avere il monopolio nell’aggiudicazione dei servizi funebri. Alla base di tutto c’erano degli infermieri dei due nosocomi che si occupavano di agganciare i familiari dei defunti per poi metterli in contatto con i referenti delle varie agenzie di pompe funebri. Questo l’articolato sistema speculativo ricostruito dai Carabinieri del Comando Provinciale di Bologna. Dall’alba di questa mattina 300 militari hanno eseguito perquisizioni e arresti nei confronti di 30 soggetti residenti e domiciliati tra le province di Modena, Bologna e Ferrara, Rimini e Gorizia ritenuti a vario titolo responsabili di associazione per delinquere finalizzata alla corruzione, corruzione di incaricato di pubblico servizio, riciclaggio e svariate violazioni connesse alla responsabilità amministrativa degli Enti. Posto sotto sequestro un patrimonio di 13 milioni di euro. Secondo gli inquirenti erano stati creati due cartelli di imprese che, dividendosi i compiti erano in grado di controllare, ognuno per la parte di competenza, le camere mortuarie dei due nosocomi cittadini, al fine di avere il monopolio del settore funerario cittadino. L’attività investigativa ha permesso di documentare le sistematiche condotte di riciclaggio promosse e coordinate dai due imprenditori al vertice e la sistematica mancata fatturazione di parte dei servizi funerari






































