Chezzi può contare sugli arrivi solo da ufficializzare di Mbaye, Suagher e Di Noia, ma in attacco il puzzle biancorosso è tutto da costruire
Il puzzle d’attacco del Carpi, che attende le ufficialità dei rinforzi di Mbaye, Suagher e Di Noia, al momento è un groviglio di pezzi tutti da mettere al proprio posto. L’addio improvviso di Gennaro Tutino ha la sciato un vuoto pesante nello scacchiere offensivo dei biancorossi, che ora hanno meno di tre settimane per correre ai ripari. Servono due attaccanti da consegnare a mister Chezzi per rendere competitiva una squadra ancora in costruzione. Al momento infatti sono 4 le punte in organico, ma nessuna dà garanzie in serie B. A cominciare da Mbala Nzola, ancora un oggetto misterioso in questi primi venti giorni di lavoro e con zero reti in carriera in B. Caricato dalle fatiche fisiche della preparazione, il franco angolano fatica a far vedere le sue doti e non è detto che il Carpi pensi a un prestito per lui. A Pontedera in Coppa davanti dovrebbe toccare a Dennis Van der Heijden, pronto al debutto nel calcio italiano, che prima punta vera non è ma si adatta per necessità al ruolo. Ancora per un po’ sarà fuori dai giochi Michele Vano, che dopo l’operazione alla mano si sta allenando, ma dovrà attendere prima del rientro almeno un altro mese. E il poker è completato da Giancarlo Malore, l’unico del quartetto che in B ha già segnato, ma ormai con le valigie in mano da inizio ritiro. A chi rimarrà dei quattro dovranno essere affiancati altri due giocatori di peso, per sperare di dare un volto più sicuro alla stagione biancorossa.