A 15 anni dall’avvio del primo cantiere, ha aperto ieri il sottopasso ciclo-pedonale dell’Ex Benfra. Dopo ripetute interruzioni e vicissitudini giudiziarie il manufatto da mezzo milione di euro manca dell’ascensore, fondamentale per disabili

Dopo 15 anni cantieri aperti e chiusi, di lavori interrotti dalla metà degli 2000, ed i recenti abbandoni del dell’area  da parte delle cooperative di costruzioni che dovevano completare l’opera, ha aperto ieri il sottopasso ex Benfra. Servirà all’attraversamento sotterraneo ciclopedonale della ferrovia in zona crocetta. Per pedoni e ciclisti una valida alternativa anche al cavalca ferrovia Menotti oggetto per un mese di lavori di ristrutturazione che non interesseranno se non per pochi giorni il passaggio di ciclisti e pedoni. Dopo il doppio abbandono del cantiere delle ditte appaltatrici la coop edilterrazieri prima e clc poi che dopo 12 anni di stop nel 2016 avevano ripreso in mano ai lavori per portarli a termine, il Comune aveva ripreso in mano la situazione.  Senza possibilità di appaltare la fine dei lavori e per paura di aggiungere nuovi ritardi li ha realizzati utilizzando personale interno e di ditte con contratti già aperti con il comune ed utilizzando per le fasi di ripristino dell’area anche di 18 ragazzi richiedenti asilo ospitati nei centri di accoglienza di Modena. L’intervento, che ha richiesto un investimento complessivo pari a poco più di 530 mila euro, consiste in due rampe di accesso al sottopasso, che per garantire una pendenza massima del 5 per cento, si sono estese per una cinquantina di metri, rendendo davvero difficoltoso il percorso a disabili in carrozzella. E qui sta il grande difetto di un’opera che per risparmiare sui costi dopo gli innumerevoli ritardi il Comune, alla ripresa del progetto, nel 2016, scelto di realizzare escludendo l’ascensore fondamentale per i disabili se si considera che il dislivello tra discesa e salita è di più di 8 metri. Le rampe e gli accessi saranno illuminati anche di giorno e tutti e dotati di telecamere per la sicurezza. Un problema, quello della sicurezza, che è maggiore nel momento in cui l’area circostante è così come il sottopasso, è rimasta abbandonata per anni e oggi ancora fortemente degradata soprattutto sul lato nord. L’opera nei piani del 2003 doveva collegare un’area che si sarebbe dovuta sviluppare collegandola alle ex fonderie, che nei progetti di un tempo dovevano ospitare i servizi us, le cosiddette grone, le strade di collegamento a nord e sud della ferrovia, rimaste anch’esse nell’elenco delle grandi incompiute, e che oggi vengono ricordate solo da piccole strisce di asfalto che finiscono in nulla.