Usare WhatsApp non solo per parlare tra amici ma per farsi inviare radiografie e risonanze magnetiche. Il caso è stato denunciato dalla consigliera Giulia Gibertoni che ha presentato un’interrogazione in Regione al fine di sollecitare l’Ausl ha vietare questo tipo di pratica tra i medici in quanto poco sicura per i pazienti

Una singolare procedura che prevedrebbe l’invio tramite WhatsApp di radiografie e risonanze magnetiche dei pazienti per effettuare consulti medici rapidi. Il caso è stato segnalato dalla consigliera regionale del M5S Giulia Gibertoni che ha presentato una interrogazione in regione in cui sollecita l’assemblea a richiamare l’Ausl di Modena al fine di evitare questa pratica. Sembra infatti che tramite svariate segnalazioni, nell’ospedale di Carpi alcuni membri del personale sanitario quando sono in reperibilità, per valutare l’opportunità o meno del rientro in servizio, richiedono tramite WhatsApp l’invio di radiografie e risonanze magnetiche. Una pratica anomala che secondo la consigliere pentastellata viola la privacy dei pazienti e presenta criticità dal punto di vista della scarsa attendibilità delle diagnosi. Giulia Gibertoni sollecita pertanto Ausl e regione a dotare i sistemi di emergenza –  urgenza di dispositivi di telerefertazione di ultima generazione che permettano la produzione e la trasmissione di immagini di qualità garantendo così al paziente la totale sicurezza sia per quanto riguarda l’aspetto clinico che la protezione della loro privacy.

Nel video l’intervista a Giulia Gibertoni, Consigliere Regionale Movimento Cinque Stelle