Dopo che il ministero ha diffuso il piano di potenziamento delle Questure che prevede a Modena solo 10 arrivi, si riapre il dibattito sulla sicurezza. Da un lato i cittadini che chiedono un intervento più incisivo da parte del primo cittadino, dall’altra la Cgil che punta il dito su un sistema troppo articolato

Il tema della sicurezza rimane al centro del dibattito cittadino. Dopo la denuncia da parte del Siulp sul mancato potenziamento della pianta organica della Questura di Modena, sulla tematica si esprime anche la Cgil, che punta l’attenzione sul fatto che il problema non sia legato tanto al numero degli agenti, quanto alla  confusione, disfunzionalità ed alle tante contraddizioni, in cui verte il nostro paese, legati ormai ad un sistema troppo articolato, complesso e poco coordinato.  L’Italia è l’unico paese ad avere novi corpi di pubblica sicurezza che rispondono a cinque diversi Ministeri, ricorda il sindacato, e il rapporto tra numero di agenti e cittadini è il più alto in Europa: a Modena in particolare, ce n’è 1 ogni 350 cittadini. La Cgil ribatte quindi sulla necessità di intervenire sul piano della sicurezza, ma focalizzandosi sulla struttura e la sua riorganizzazione con un percorso di riforme, razionalizzazione, coordinamento e semplificazione nell’arcipelago dei numerosi corpi operativi. Ricordiamo come dopo la denuncia del Siulp, in prima fila era sceso il primo cittadino, affermando che si sarebbe impegnato a convocare tutti i neoeletti parlamentari modenesi per un incontro con i sindaci per fare il punto della situazione. Un impegno che i Comitati per la sicurezza pubblica tutti, non ritengono né sufficiente né efficace né tanto meno risolutivo. Serve invece secondo i comitati un confronto diretto con il Ministero dell’Interno, per spiegare la situazione della nostra città con particolare riferimento all’aumento negli ultimi tempi degli episodi di criminalità.