Approvato ieri dall’assemblea legislativa regionale dopo ore di accesa discussione il documento che da il via libera al processo verso una maggiore autonomia. Critiche le opposizioni che ritengono il documento troppo debole
Dopo un’animata giornata di discussione in aula che ha visto contrapposti soprattutto le visioni diverse di autonomia intese dalla maggioranza di centro sinistra da un lato e Lega dall’altro, l’Assemblea legislativa ha infatti approvato la risoluzione che impegna il presidente Stefano Bonaccini “ad avviare il negoziato con il Governo per ricavare maggiori margini di autonomia su materie come lavoro, innovazione, ricerca. Una possibilità prevista dalla costituzione che consente l’attribuzione alle Regioni a statuto ordinario di ulteriori e più rafforzate forme di autonomia”. Una possibilità riservata alle regioni cosiddette virtuose, con i conti in ordine, e l’Emilia Romagna intende utilizzare su specifici temi illustrati dopo l’approvazione del documento dal Presidente Stefano Bonaccini. La risoluzione è stata votata con i voti a favore Pd, SI e Mdp, astenuti Fi e AltraER, contrari Ln e Fdi mentre il M5S ha deciso di non partecipare al voto. I pentastellati hanno giudicato stucchevole il livello della dsucssione in aula liquidando il documento come “mera elencazione di titoli priva di concretezza”. Bocciatura netta del documento da parte della lega nord “Poche deleghe e poca chiarezza sulle risorse. L’autonomia che il Pd vuole per l’Emilia Romagna è una versione annacquata di quella che otterranno Veneto e Lombardia con i prossimi referendum. E così sarà impossibile riportare a casa i 17 miliardi che ogni anno i nostri cittadini versano in tasse, a fondo perduto”.
Intervista a Stefano Bonaccini, Presidente Regione Emilia-Romagna






































