Cresce la tensione in casa Modena sulle vicende societarie che paiono non aver fine. Dopo la manifestazione di domenica all’esterno del Bragila, ieri sera i tifosi hanno preso di mira la sede canarina, cercando di fare irruzione proprio mentre all’interno si trovava il patron Caliendo. Intanto la società ha presentato il concordato preventivo con riserva ed è alla ricerca del cavaliere bianco
La sede del Modena bersaglio dei tifosi gialloblù. Ieri sera all’esterno del Braglia è scattata una nuova protesta da parte di una trentina di ultras incappucciati che hanno tentato di fare irruzione all’interno degli uffici in cui si trovava il patron Caliendo, poi costretto ad abbandonare la città scortato fino al casello autostradale. Un gesto da condannare, come ogni atto di violenza, e che nulla ha a che fare con lo sport, anche in una situazione difficile come quella che sta attraversando il club gialloblù dopo i tanti errori commessi da Caliendo che ieri mattina ha depositato in Tribunale una richiesta di concordato cosiddetto ‘in bianco’, che va così a bloccare per sessanta giorni i decreti ingiuntivi esecutivi arrivati in sede per una cifra di circa un milione di euro. A questo punto la società avrà due mesi di tempo per presentare un piano di ristrutturazione del debito che dovrà essere accettato dal Tribunale stesso per evitare il fallimento. L’obiettivo di Caliendo è quello di trovare in questa finestra temporale qualcuno che possa subentrare e farsi da garante a livello economico per la ristrutturazione del debito compresi i crediti vantati dal patron, circa 1.2 milioni. Proprio la richiesta di questa cifra sembra essere alla base di un possibile ripensamento da parte di Aldo Taddeo, l’imprenditore che lunedì aveva già incontrato squadra e staff tecnico e sembrava solo in attesa di dover porre la firma sul contratto per la cessione della società.






































