A più di un anno dall’entrata in vigore del nuovo Codice degli Appalti in edilizia, le micro, piccole e medie imprese del territorio non sono soddisfatte. Secondo Lapam Confartigianato servono correttivi importanti al cosiddetto sistema di sorteggio

Il nuovo Codice degli Appalti nel campo dell’edilizia non funziona e non ha centrato gli obiettivi originari che si era prefisso, su tutti l’agevolazione delle piccole imprese, soprattutto del territorio. Lo sostiene Lapam Confartigianato Edilizia, che si fa portavoce del sentimento diffuso tra le sue aziende associate. Dopo oltre un anno dall’entrata in vigore delle nuove regole ed anche coi successivi correttivi, infatti, l’associazione di categoria rimarca come imprese capaci tecnicamente, sane a livello economico e serie nell’affrontare il mercato siano costrette a cessare la propria attività a causa dei sistemi di gara in cui a farla da padrone è la procedura del sorteggio. Due casi scuola portati ad esempio, infatti, mostrano come su una gara con oltre duemila manifestazioni d’interesse tramite la procedura del sorteggio solo il 10% delle aziende selezionate abbia sede nella provincia di esecuzione dei lavori. E ancora in un altro caso su 29 imprese sorteggiate solo 3 avevano sede in provincia e altre 2 in regione. Inevitabile, dunque, che le piccola realtà che non sono in grado di operare a grandi distanze, ma organizzate per lavorare sul territorio, vengano escluse quasi a priori dalle gare.