Davide Savigni, 46 anni, stava litigando con il padre Alberto, 83: l’anziano è caduto e ha battuto la testa. Il figlio arrestato con l’accusa di omicidio preterintenzionale. E’ stato lui a chiamare i carabinieri

Una lite in famiglia, il figlio che spintona il padre e quest’ultimo che cade, batte la testa e muore. E’ successo ieri mattina in una fattoria nella campagna di San Cesario sul Panaro. Omicidio preterintenzionale è l’ipotesi di reato che ora pende su Davide Savigni, 46 anni, il figlio. E’ stato lui a chiamare i carabinieri: “Non volevo ucciderlo, sono disperato”, ha spiegato al pm Andrea Guerzoni che lo ha interrogato a lungo in caserma e ne ha disposto l’arresto. La vittima, Alberto Savigni, aveva 83 anni: il suo cadavere sarà ora sottoposto ad autopsia per verificare le effettive cause del decesso. Futile il motivo all’origine del diverbio tra padre e figlio, entrambi impegnati nella conduzione dell’azienda agricola di famiglia: sembra che i due stessero discutendo su come innaffiare i filari di peri. La lite è avvenuta nel fienile: dalle parole, sono passati alle mani; ad un certo punto Davide ha spinto il padre Alberto contro il muro dello stanzone e lo ha visto battere la testa e accasciarsi senza vita. I due da diverso tempo vivevano soli nel casolare di famiglia: la moglie e madre è morta da una ventina d’anni, mentre l’altra figlia si è trasferita lontana. Ora si ritrova con il padre morto e il fratello in carcere.