Sequestrati l’immobile e la cisterna. Al momento non ci sono indagati

Il malfunzionamento di un tubo di gomma. Sembra sia stata questa la causa dell’esplosione di ieri pomeriggio in via Cavergiumine 18 a Lama Mocogno che ha provocato la morte di un operaio di 48 anni, Carlo Cancedda. E’ la prima conclusione cui sono arrivati i carabinieri di Pavullo che stanno svolgendo le indagini. Maggior chiarezza sulle cause arriverà nei prossimi giorni quando i dati della relazione dei militari si incroceranno con quella dei periti dei Vigili del Fuoco anche loro, infatti, stanno eseguendo degli accertamenti, entrambi, disposti dalla procura di Modena che ha aperto un fascicolo d’inchiesta sull’accaduto. Allo stato attuale non risultano indagati. Se dalle due relazioni non emergeranno particolari significativi allora la Procura si affiderà ad un consulente esterno per risalire alle cause che hanno portato all’esplosione. Intanto il pm di turno ha posto sotto sequestro sia l’abitazione che la cisterna, ma non ha disposto l’autopsia sul corpo dell’operaio “per cause di morte evidenti”. I fatti sono accaduti ieri pomeriggio durante il rifornimento di gpl per alimentare il riscaldamento della abitazione di Antonio Rivasi, di 82 anni del posto. L’operazione era conclusa. Sembra che l’esplosione si sia verificata quando il proprietario di casa ha acceso il fornello della cucina. Un stanza che, per il probabile malfunzionamento del tubo di gomma che collega la cisterna alla casa, era satura di gas. L’operaio Carlo Cancedda,  di origini sarde residente a Monteveglio, nel bolognese, è stato travolto dall’esplosione ed è morto sul colpo. Rivasi, invece, ha riportato gravi ferite ed è stato trasportato d’urgenza al Centro Grandi Ustionati di Parma, dove è tutt’ora ricoverato, ma non sembra pericolo di vita.