Si chiude oggi la vicenda giudiziaria del deputato modenese accusato di peculato

Accusato di peculato è stato assolto perché il fatto non sussiste. Si chiude oggi la vicenda giudiziaria del deputato modenese Matteo Richetti finito nell’inchiesta ‘spese pazze’: rimborsi, per 5 mila euro, chiesti da consigliere regionale in Emilia-Romagna tra il 2010 e il 2011.

“In tutti questi mesi – ha scritto sui social lo stesso Richetti – ho più’ volte ribadito la correttezza del mio operato e, di fronte alla richiesta dei Pm di rinvio a giudizio, abbiamo scelto il rito abbreviato proprio per dimostrare l’atteggiamento di trasparenza e correttezza che ho sempre tenuto. Sono soddisfatto per questa sentenza e per la formula piena con cui è stata sancita la mia assoluzione”.

All’epoca dei fatti contestati, Matteo Richetti era presidente dell’Assemblea legislativa dell’Emilia-Romagna. Si propose alle primarie per la presidenza della Regione come sfidante dell’attuale governatore Stefano Bonaccini, poi però si ritirò poche ore prima che emergesse la notizia del coinvolgimento di entrambi nell’indagine per peculato. I due si fecero sentire dai Pm di Bologna: la posizione di Bonaccini fu stralciata e successivamente archiviata dal Gip. A Richetti, invece, fu inviato un avviso di fine indagine e per lui fu poi chiesto il rinvio a giudizio.