Conti della Regione a rischio. La Consulta ha avviato accertamenti sui bilanci delle Regioni italiane tra le quali c’è anche l’Emilia Romagna.

Effetto domino o reazione a catena. Non è un periodo semplice per la Giunta Bonaccini che dopo la vicenda “premi ai dirigenti” potrebbe ritrovarsi sul tavolo una bocciatura della consulta sui bilanci 2013-2014. Tutto ha origine sul controllo che l’organo di stato, su richiesta della corte dei conti, ha effettuato sul bilancio di assestamento del 2013 della regione Piemonte, riscontrando diverse irregolarità in particolare sull’uso del finanziamento dello stato previsto per ripianare i debiti arretrati e, invece, utilizzati come nuova spesa corrente.
In sostanza si è aperto il coperchio della pentola dentro la quale non c’è solo la regione piemonte, ma quasi tutte le regioni d’Italia, tra cui l’Emilia Romagna. Si parla di un debito complessivo che oscilla tra i 20 e i 25 miliardi ai quali vanno aggiunti altri debiti. Come ad esempio quello sulla sanità che in Emilia Romagna che nel 2013 – stando ai dati della CGIA di Mestre e riportati da Il giornale diretto da Alessandro Sallusti, si stima sia di 1,7 miliardi. Dalla via Aldo Moro fanno sapere che ora la situazione è in via di miglioramento visto che i tempi dei pagamenti ai fornitori si sono ridotti da 200 giorni del passato agli attuali 80 senza aumentare la spesa corrente. Sta di fatto che di fronte allo scenario di debito che si potrebbe presentare le soluzioni per i governatori non sono tante: o la regione decide di tagliare le spese inutili oppure aumenta le tasse.
Una ipotesi quest’ultima non considerata da Stefano Bonaccini, presidente dell’Emilia Romagna che nel tracciare un bilancio dei primi 6 mesi di mandato ha dichiarato che per il 2016 non è previsto nessun aumento delle tasse e sulla possibilità di ridurle ha riposto “magari, vedremo in corso d’opera nella discussione del bilancio”.