Nel video l’intervista a Ivan Taddei, Titolare negozio Sintwin

Si presentano così: di diverse etnie, fisionomie, con vestiti provocanti, dall’infermiera alla poliziotta. Sono le bambole iper realistiche della start up “Sintwin”, il sexy shop contestato prima ancora che aprisse. L’inaugurazione del negozio è avvenuta questo pomeriggio, in viale Crispi, a pochi passi dalla stazione dei treni. I modelli sono esposti per fare capire la tipologia di prodotto e sono realizzati in silicone medicale o Tpe di ultima generazione, per imitare in tutto e per tutto le fattezze umane. I clienti possono personalizzare la bambola, che sarà acquistabile solo online. Per il titolare, Ivan Taddei, l’attività si pone l’obiettivo di garantire il diritto alla sessualità a tutti: anche se in mostra ancora non ci sono, arriveranno anche modelli realizzati per le donne. Il negozio ha fatto scaturire forti polemiche, soprattutto da parte del mondo delle associazioni femministe, che hanno accusato l’attività di mercificare il corpo delle donne in un momento storico in cui è in corso un grande sforzo per promuovere la cultura del consenso. Secondo Ivan Taddei tuttavia, il messaggio di fondo della sua attività è un altro; il titolare non si sbottona, ma annuncia che presto verranno avviati progetti di natura sociale