Nel video Davide Paltrinieri, Coordinamento Rete Modena 30
Dopo l’ennesima vittima della strada, l’89enne Luciano Sbrozzi, investito insieme alla moglie e al loro cagnolino il 9 dicembre scorso e spirato due settimane dopo per i gravissimi traumi riportati, il Coordinamento Rete Modena 30 e numerose associazioni cittadine tornano a farsi sentire con forza. Un appello che nasce da numeri allarmanti. Se il 2024 si è chiuso per Modena e la sua provincia con il record regionale di pedoni uccisi, anche nei primi mesi del 2025 si contano già diversi persone investite, in alcuni casi con conseguenze gravissime.
La proposta del Coordinamento è chiara: istituire il limite di 30 km/h su buona parte della rete stradale urbana, sul modello di quanto già avvenuto in molte città europee e italiane. Una misura che, secondo studi e dati consolidati, riduce drasticamente la gravità degli incidenti e rende le strade più sicure e vivibili. Tuttavia, il Coordinamento evidenzia anche un altro problema: nelle attuali zone 30 di Modena, troppo spesso la sicurezza è affidata solo a un cartello stradale.
Le associazioni chiedono quindi un cambio di passo deciso da parte dell’amministrazione comunale e preparano un flash mob che dovrebbe svolgersi entro la prima 15ina di gennaio







































