Il tutor sulla tangenziale Modena-Sassuolo finisce in tribunale. È stata fissata per il 6 ottobre l’udienza preliminare a Cosenza relativa al dispositivo installato nel tratto di competenza del Comune di Formigine. L’amministratore della società fornitrice è indagato per frode perché le apparecchiature, secondo l’accusa, non erano omologate dal Ministero delle Infrastrutture come previsto, ma solo approvate. Il Comune si è costituito parte civile per chiedere il risarcimento dei danni subiti, che saranno quantificati nel corso del processo, a causa del mancato rispetto delle specifiche contrattuali. La vicenda è nata dal sequestro preventivo di alcuni dispositivi di controllo della velocità usati da vari Comuni, tra cui il tutor incriminato, considerati non conformi per mancanza di omologazione. Il sequestro, notificato a luglio 2024, è stato confermato dal Tribunale di Cosenza e dalla Corte di Cassazione, che ha evidenziato la differenza tra approvazione e omologazione, sottolineando come la prima non garantisca la validità per rilevazioni ufficiali. Il comune di Formigine stima un danno vicino ai 7 milioni di euro, considerando sia i mancati introiti dalle sanzioni tra il luglio 2024 e il luglio 2025 sia i canoni di noleggio pagati dal 2022 al 2024. La costituzione di parte civile è motivata non solo dall’entità economica del danno, ma anche dalla necessità di tutelare l’interesse pubblico alla correttezza contrattuale e alla salvaguardia del patrimonio comunale. Intanto, dopo lo spegnimento del tutor, l’amministrazione di Formigine deve far fronte alle conseguenze sul bilancio, visto che nel 2023 il dispositivo aveva rilevato oltre 71mila infrazioni per eccesso di velocità.