È pur sempre promossa, ma senza la lode. Anzi, nella pagella dei servizi sanitari, l’Emilia-Romagna è peggiorata. A dirlo sono le elaborazioni della Fondazione Gimbe, sulla base dei Lea, ovvero l’erogazione dei livelli essenziali di assistenza diffusi dal ministero della Salute. Si tratta di 26 indicatori chiamati a misurare il complesso sistema dei servizi sanitari, andando dai livelli di screening, all’assistenza domiciliare, passando per la copertura vaccinale e l’uso di farmaci sentinella. L’efficienza per ogni indicatore regala dei punti e nel 2023 l’Emilia-Romagna ne aveva totalizzati 278, su un massimo di 300: sei punti in meno rispetto al 2022, che l’hanno consegnata al terzo posto, dopo Toscana e Veneto, migliorate invece di 11 e 7 punti. Pur restando sul podio, la nostra Regione risulta peggiorata in tutti i principali indicatori: da prima è passata a terza nella prevenzione, da terza a quarta nell’area distrettuale e da seconda a quarta nell’area ospedaliera. A trascinare in basso il risultato sono i tempi di attesa: troppo lunghi, spesso non rispettati. Questo particolare punteggio è passato dal 93 registrato nel 2021 ai 75 dell’ultima rilevazione. Peggiora anche l’indicatore sugli stili di vita, appena sufficiente, e quello sul tasso di ospedalizzazione pediatrica per asma e gastroenterite, ritenuto un dato utile per il buon funzionamento della medicina territoriale