Nel carcere Sant’Anna di Modena non ci furono torture, nessun reato fu compiuto dal personale della polizia penitenziaria. In seguito alla richiesta del Gip e dopo sei ulteriori mesi di indagini, la Procura di Modena non cambia la propria linea e giunge alle stesse conclusioni, chiedendo una nuova archiviazione sul fascicolo aperto per tortura e lesioni a carico di una novantina di agenti: nessun riscontro, dunque, rispetto alle denunce di pestaggi e presunte violenze presentate dai detenuti. I fatti si riferiscono all’8 marzo 2020: nelle primissime fasi della pandemia nel carcere di Modena morirono 9 persone recluse in seguito a una sommossa scatenata per il furto di alcuni medicinali dall’infermeria. Secondo la Procura, non è stato possibile ricostruire condotte volutamente finalizzate a infliggere sofferenze o traumi da parte della polizia penitenziaria per ripristinare la sicurezza dell’istituto carcerario. Il fascicolo per le morti dei detenuti risulta già archiviato, ma il caso è stato portato davanti alla Corte europea per i diritti dell’uomo che deve ora pronunciarsi.

PESTAGGI IN CARCERE, LA PROCURA CHIEDE L’ARCHIVIAZIONE PER GLI AGENTI
La Procura di Modena ha chiesto di archiviare il fascicolo per lesioni e torture a carico di 90 agenti penitenziari coinvolti nella sommossa del marzo 2020 nel carcere Sant’Anna, in seguito alla quale persero la vita 9 detenuti