Lo sfogo della Modena: «Mi hanno abbandonata»
Preferisce far parlare il libro al quale ha lavorato per mesi, ma una cosa non riesce proprio a trattenerla: «Voglio tornare dai miei studenti e dai miei malati, questo lo scriva pure». Nel presentare il suo libro Maria Grazia Modena decide di non rilasciare interviste, almeno non ancora, nonostante una rabbia dentro che fatica a trattenere. Unenergia che traspare fin dal primo capitolo. Ripercorrendo il caso cardiologia dal 2011 fino alla maxi inchiesta dello scorso autunno, pur essendo ancora in attesa della decisione del pm che ha svolto le indagini, la professoressa non risparmia critiche e attacchi nei confronti di chi, a suo avviso, lha dimenticata o le ha girato le spalle. «Mi hanno abbandonata. Così ora non mi fanno lavorare». In particolare, nel suo libro, la Modena se la prende con lex direttore del policlinico Cencetti, di cui riporta addirittura alcune e-mail private che si sono scambiati nei giorni dellinchiesta. Ma è nei confronti del rettore Tomasi e del suo «silenzio» che traspare con forza la sua contrarietà. «Non vidi ne sentii il rettore Aldo Tomasi per molto tempo dopo la bufera del caso cardiologia – scrive a pagina 140 in un brano dal titolo Il rettore -. Non ho ricevuto certamente in questa lunga vicenda solidarietà accademica, se non poca e da parte di pochi». Nelle pagine si può cogliere quindi «il silenzio, prima, e laccanimento, poi, di chi doveva essere, e non è stato mai, la figura accademica di riferimento». Viceversa, secondo la Modena, linchiesta non ha preso in considerazione le lettere di stima e sostegno di medici,infermieri e specializzandi che «rappresentano testimonianze chiave dove emerge il rammarico di chi assiste impotente e inascoltato alla distruzione di un reparto che era considerato uneccellenza». Ma è nella ricostruzione storica dei fatti che la professoressa poggia gran parte delle sue tesi. Nel tentativo di fare chiarezza, la Modena analizza attentamente il caso del 2011, limitandosi invece a poche righe sullo scandalo degli stent di emodinamica, ribattezzato camici sporchi, in quanto non le compete. «Sono convinta – scrive con rabbia – che, prima o poi, qualcuno dovrà lavare con la lingua il mio camice sporcato da altri». Secondo la sua analisi, insomma, tutto partirebbe dalla scelta, suggerita da Baglini e confermata poi da Sangiorgi, di rinnovare il servizio di emodinamica del Policlinico con il progetto Oltre le coronarie. Un progetto, che secondo la Modena avrebbe permesso al reparto di fare un salto di qualità, ma contro il quale nei mesi a seguire si scagliarono diversi altri colleghi. Accadde, poi, la complicanza a Spinella e il primo esposto che fece partire il domino di eventi. Oggi con questo libro Maria Grazia Modena cerca di rimettere in ordine tutti questi tasselli con lintento di ripulire la propria immagine e poter tornare presto a lavorare. Il resto della storia lo scriverà la giustizia con i suoi lunghi tempi. nPier Paolo Pedriali