E’ stato convalidato il fermo di Peter Pancaldi, il 45enne originario di Campogalliano, accusato di aver ucciso l’ex compagna Daniela Coman, trovata senza vita nell’appartamento dell’uomo a Prato di Correggio.
Per Pancaldi il giudice ha disposto la custodia cautelare in carcere per l’ipotesi di reato di omicidio volontario.
Stamattina, nell’udienza al Tribunale di Reggio Emilia, Pancaldi si era avvalso della facoltà di non rispondere.
Al momento, il Giudice per le indagini preliminari Matteo Gambarati ha ritenuto che non vi siano i gravi indizi di colpevolezza rispetto alle tre aggravanti formulate dalla Procura: la premeditazione, il legame della relazione affettiva (che potrebbe essersi chiusa pochi giorni prima dell’omicidio) e sullo stalking, a cui lui avrebbe sottoposto Daniela Coman, poi da lui uccisa.
Intanto proseguono gli accertamenti preliminari dei carabinieri, coordinati dal pubblico ministero Valentina Salvi, per fare piena luce sulle circostanze che hanno portato alla morte violenta della donna.
Dopo il delitto, Pancaldi è stato rintracciato a Modena dai Carabinieri e portato in caserma a Reggio Emilia dove ha confessato il delitto.
Ha sostenuto di aver ucciso Daniela Coman perché, a suo dire, gli avrebbe fatto lasciare la precedente compagna, che lo manteneva anche economicamente.
Secondo la ricostruzione degli inquirenti, la vittima sarebbe stata attirata con l’inganno nella casa dell’ormai ex compagno, e qui sarebbe poi stata soffocata a morte. Pancaldi aveva alle spalle diversi precedenti penali e da oltre 20 anni faceva uso di sostanze stupefacenti e di alcool.

Intanto oggi pomeriggio al Policlinico di Modena è iniziata l’autopsia per la quale sono stati incaricati gli specialisti di medicina legale: serviranno almeno 90 giorni di tempo per il deposito della relazione.