Nel 2015 le persone povere o socialmente escluse sono il 15,4% della popolazione emiliano-romagnola

di Giuseppe Leonelli

Crescono le disuguaglianze, anche nella ricca Emilia-Romagna, dove, come accade un po’ ovunque, il ceto medio sembra avviato sulla via dell’estinzione.

Lo rivelano i dati elaborati dalla direzione regionale della Banca d’Italia, che oggi ha fatto il punto anche sulla situazione economica delle famiglie. Nel 2015 la quota di nuclei familiari in poverta’ assoluta ha toccato il 4,2% (un valore comunque al di sotto della media nazionale de 6,1%). Le persone che potevano essere definite povere o socialmente escluse in base ai parametri della ‘strategia Europa 2020’ sono il 15,4% della popolazione emiliano-romagnola (anche in questo caso una percentuale inferiore alla media italiana ed europea). Stando ai numeri raccolti da Bankitalia, le persone che vinvono nelle famiglie meno abbienti sono 16% dei residenti in regione, ma detengono solo il 6% del reddito.

Di contro, le persone che vivono in famiglie benestanti sono il 2% della popolazione e detengono l’8% del reddito disponibile. Tra il 2011 e 2014 è cresciuta la quota di persone con redditi bassi, mentre quelle in famiglie con redditi bassi e’ rimasta immutata. ‘Sta sparendo la classe media’, conclude l’analista di Bankitalia, Chiara Bentivogli. ‘C’e’ stata un’erosione di una certa entità del reddito della classe media e il passaggio nella classe più bassa’, osserva un altro esperto della banca centrale, Fabio Quintiliani. ‘la ripresa dell’occupazione, soprattutto tra i giovani e per i diplomati potrebbero far pensare ad un recupero. I dati che abbiamo, però, al momento confermano l’impoverimento del ceto medio’, conclude Quintiliani.