Caso chioschi: la Corte di Cassazione ha confermato il sequestro preventivo delle strutture del Parco delle Rimembranze. Intanto si avvicina l’inizio del processo.

I chioschi del Parco delle Rimembranze restano sotto sequestro. Lo ha stabilito, in ultima istanza, la Corte di Cassazione, che lo scorso 7 luglio ha respinto il ricorso presentato dal Comune di Modena tramite l’avvocato Massimo Vellani. Le strutture su cui pesa un presunto abuso edilizio sono sotto sigillo dal marzo dell’anno scorso e, a questo punto, probabilmente resteranno chiuse almeno fino alla fine del processo di primo grado. Le motivazioni della Suprema Corte non sono ancora state rese note. La richiesta di dissequestro avanzata dal Comune poggiava sulla revisione del progetto originario realizzata dalla giunta Muzzarelli: un piano che, secondo l’amministrazione, sanava le presunte irregolarità, tenendo conto dell’ambiente naturale nel quale i chioschi sono inseriti. Per la Procura, però, tali novità non sarebbero sufficienti, in quanto lo spazio occupato dai chioschi resta comunque triplicato rispetto al passato e, dato il vincolo storico che interessa il Parco, si sarebbe dunque resa necessaria una modifica al piano regolatore comunale. Insomma, la violazione per i pm resta. E per la Cassazione anche. Il processo sui chioschi, intanto, avrà inizio il prossimo 24 settembre: l’accusa principale, per abuso edilizio, grava sui dirigenti comunali Giovanni Villanti e Marco Stancari, mentre per gli ex assessori Daniele Sitta e Stefano Prampolini l’imputazione è per danneggiamento di bene pubblico, un reato urbanistico minore. Davanti al giudice finiranno anche le funzionarie della Soprintendenza Paola Grifoni e Graziella Polidori, entrambe per uso dei chioschi incompatibile con la loro qualificazione.