4100 decessi nel mese di marzo 2020 a fronte di una media di 2000 vittime nello stesso periodo analizzato per i 5 anni precedenti. I dati Istat relativi alla mortalità in Emilia Romagna lasciano intendere come dal primo al 28 marzo di quest’anno le vittime siano praticamente più che raddoppiate. Se nei primi due mesi del 2020 i dati erano in linea con gli anni precedenti, a marzo il picco è stato particolarmente significativo, specialmente nella terza settimana. La ricerca effettuata dal Centro Studi Nebo studiando i dati Istat e quelli forniti dalla Protezione Civile, tiene conto di 157 comuni della nostra regione su 328 totali, di cui 4 capoluoghi di provincia: Parma, Piacenza, Modena e Rimini. Secondo la ricerca, confrontando i dati del Centro Studi e della Protezione Civile relativamente ai decessi da Covid-19, dal 1 al 28 marzo sono state 650 le morti correlate al Coronavirus (circa la metà delle 1340 dichiarati dalla Protezione Civile) atteso che nei 157 comuni esaminati si verificano il 48% delle morti dell’intera regione. I decessi attesi, cioè la stima effettuata senza considerare il coronavirus, si attesta al 43%. Del restante 57%, il 16% è riconducibile al Covid-19, mentre la restante fetta costituisce la supermortalità riscontrata nei Comuni selezionati ma della quale non è ancora disponibile la causa. E ad essere maggiormente colpiti sono gli uomini: tra i maschi si registra un valore massimo di 120 decessi contro i 30 attesi, mentre per le femmine 100 vittime contro le 35-40 attese.