Non una reliquia d’oro, non un trofeo solenne, ma un semplice secchio, di legno e ferro. È questo l’oggetto che nel 1325 i modenesi portarono via ai bolognesi dopo la battaglia di Zappolino. Un gesto simbolico, quasi provocatorio, che accese una rivalità secolare tra le due città. Ma fu il poeta modenese Alessandro Tassoni, nel Seicento, a trasformare quell’episodio in letteratura, scrivendo “La secchia rapita”, un poema che con toni epici raccontava del conflitto nato per un semplice secchio. Oggi quel trofeo rubato è molto più che un cimelio: è il simbolo di un’identità cittadina forte, autoironica, consapevole della propria storia. E sabato 30 agosto sarà proprio la Torre Ghirlandina a ospitare una visita speciale intitolata “Il trofeo rubato”, un viaggio tra storia, letteratura e memoria modenese. Salendo tra le antiche mura della torre campanaria, i partecipanti potranno ammirare la copia della secchia, mentre l’originale è conservato nel Palazzo Comunale, nel celebre Camerino dei Confirmati. Un’esperienza che si conclude con una vista mozzafiato dalla sala dei Torresani, dove la città si svela dall’alto, sospesa tra passato e presente. Per partecipare, i posti sono limitati: solo 25 persone potranno riscoprire, passo dopo passo, la storia di un secchio… diventato leggenda.