Nel servizio l’intervista a don Giulio Migliaccio, parroco di Panzano

Al suo interno soltanto una Madonna col bambino in terracotta, appena accesa da un tappeto di chiarore dato dai raggi di luce. Il piccolo edificio che la custodisce sorge in mezzo ai frutteti, vicino al castello di Panzano, frazione di Castelfranco Emilia. Ma quello che stupisce del tempietto è la sua costruzione architettonica, a perfetta imitazione del Pantheon della Roma antica.
E’ l’oratorio della Beata Vergine dei Prati, costruito nel 1851 su progetto dell’architetto Giuseppe Belletti e commissionato dall’allora conte Marcantonio Malvasia Gabrielli proprio per ospitare la statua. Tuttavia, ricostruire la storia ufficiale, a partire dal ritrovamento della Madonna e fino alla realizzazione del piccolo Pantheon, appare tutt’altro che semplice.
Elemento caratteristico dell’opera originale, la cui datazione resta incerta, è la tenerezza sul viso della Beata Vergine, con i capelli che fuoriescono dal velo.
Leggende e racconti sulla sua storia non hanno influito sul fascino del piccolo edificio. Mèta per qualcuno di passaggio, per altri di pellegrinaggio.