Nel video Matteo Tiezzi Presidente Fondazione di Modena
Si trincera dietro un sostanziale “no comment” il Presidente della Fondazione di Modena, Matteo Tiezzi, di fronte al grave episodio che ha coinvolto l’ente da lui guidato, con un ammanco di cassa stimato in oltre 850 mila euro. La vicenda, già ribattezzata da alcuni come una sorta di “Amo bis”, è finita al centro della cronaca cittadina e dell’attenzione degli enti pubblici. Il punto che apre numerosi interrogativi è come sia stato possibile che un solo dipendente sia riuscito a sottrarre una cifra così ingente senza che nessuno se ne accorgesse. Un interrogativo che solleva dubbi sui sistemi di vigilanza interni e sulla capacità di controllo di un’istituzione che gestisce risorse economiche e progetti di grande rilevanza per il territorio modenese. Le indagini, coordinate dalla Procura e affidate alla Guardia di Finanza, procedono con l’ipotesi di appropriazione indebita e autoriciclaggio a carico di un responsabile d’area, che nel tempo avrebbe trasferito somme di denaro dai conti della Fondazione verso conti di gioco a lui riconducibili. L’inchiesta è partita a luglio, dopo l’emersione di anomalie nei movimenti finanziari, e ha portato il 17 ottobre a una perquisizione e al sequestro di materiale informatico nella sede dell’ente. La Fondazione, che il giorno successivo ha presentato querela tramite il proprio legale, ha sospeso cautelarmente il dipendente e avviato un’indagine interna. Il caso arriva a poca distanza dallo scandalo dell’Agenzia per la Mobilità che ha provocato un vero e proprio terremoto politico, portando alle dimissioni dell’ex amministratore unico Stefano Reggiani, non indagato, e al licenziamento del direttore Daniele Berselli.