Ormai è certo, la Pasqua modenese e italiana sarà a porte chiuse. Il lock down si protrarrà sicuramente fino alla metà del mese di aprile, ma dopo? Anche se la curva del contagio dovesse continuare a scendere, non tutto, per motivi di sicurezza, verrebbe comunque riaperto subito. Allo studio, da parte del Comitato tecnico scientifico che consiglia il Governo, ci sono diverse ipotesi su come ritornare gradualmente alla normalità. Le prime a riaprire sarebbero le attività produttive, per le quali lo stesso presidente del consiglio Giuseppe Conte ha detto che la stretta non può durare troppo a lungo. Per i negozi, i bar e i ristoranti invece il discorso è diverso: la precedenza andrebbe a quelle attività che riescono a garantire il distanziamento sociale di sicurezza, ovvero la regola del metro, che peraltro continuerà a valere anche per le realtà produttive. Va da sé che scuole e università, da sempre grandi punti di aggregazione difficilmente controllabili molto probabilmente riapriranno per ultime, così come cinema e teatri. Da prorogare ancora più in avanti la riapertura di concerti, discoteche ed eventi, sempre al fine di evitare assembramenti e quindi di far rialzare la curva del contagio. Ma sul tavolo c’è un altro metro di valutazione: quello dei rientri dilazionati in base all’età. Prende il nome di “modello israeliano” e prevede che l’addio alla quarantena prenda il via a partire dai soggetti più forti, come i giovani, per arrivare poi ai soggetti più a rischio. In questo senso, le fasce di popolazione più anziana o fragile saranno le ultime ad abbandonare la misura dell’isolamento sociale.