Nel video l’intervista a Cosimo Zaccaria, Avvocato difensore del luogotenente

È stato fissato per il prossimo 20 gennaio il giudizio immediato per il luogotenente dei Carabinieri accusato di rifiuto o omissione di atti d’ufficio, per non aver raccolto la denuncia di Gabriela Trandafir che poi, un anno dopo, venne uccisa dal marito, Salvatore Montefusco. L’uomo è stato condannato all’ergastolo in appello, con la Corte che ha riformato la condanna a 30 anni del primo grado. Gabriela Trandafir venne assassinata a fucilate insieme alla figlia Renata, a Cavazzona di Castelfranco Emilia, il 13 giugno 2022. Il carabiniere, oltre che per non aver preso la denuncia, il 13 luglio 2021, deve rispondere anche per non aver proceduto nei termini stabiliti alle indagini richieste dalla Procura, quando la querela venne effettivamente presentata, il giorno dopo, in un’altra caserma. L’udienza preliminare era fissata per la mattinata e il Gip del tribunale di Modena Barbara Malavasi ha accolto la richiesta del militare imputato, difeso dall’avvocato Cosimo Zaccaria, di andare direttamente a processo. La difesa sostiene che il luogotenente non ha mai rifiutato la denuncia di Gabriela. Nel caso specifico, Trandafir si sarebbe preoccupata poiché in caserma era presente l’avvocato di Montefusco. Il Carabiniere le avrebbe così consigliato di sporgere momentaneamente una denuncia minore, per giustificare al marito la sua presenza in caserma, aggiungendo di tornare in un secondo momento per segnalare i maltrattamenti. Il luogotenente avrebbe raccolto denunce a danno di Montefusco anche successivamente al fatto contestato. La difesa esclude poi che tra l’imprenditore reo confesso e il militare ci fossero legami di amicizia